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Re: Considerazioni di bioetica

Da: Glinni
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Date: venerdì 06 giugno 2008
Time: 16.22.00

Commenti

Egregio Dott. Aurelio La ringrazio per aver approfittato del forum di questa pagina per manifestare le sue considerazioni riguardo ad un tema di importanza fondamentale quale quello della bioetica. Molto spesso questo tema genera confusione e viene considerato come un anacronistico ed oscurantista tentativo da parte della Chiesa di ostacolare la ricerca ed il progresso della ricerca. Cinquecento anni prima della venuta di Cristo, esisteva nel Sud Italia, tra Crotone e Metaponto, una scuola che ha modificato le sorti della umanità: la scuola di Pitagora. Pitagora sosteneva che la conoscenza rende l'anima umana immortale e la avvicina sempre di più a Dio, mediante il suo progresso cognitivo e consapevole. Tuttavia, rendendosi conto anche dell'immenso potere che la conoscenza da all'essere umano, trasmetteva il sapere solo a persone degne di riceverla, allievi che affrontavano un lunghissimo iter di formazione etico-spirituale che durava venti anni. Oggi la conoscenza viene elargita senza nessuna preparazione spirituale, come quando si va in un supermencato a comprare un detersivo. Ma la conoscenza è potere. Imparare il principio della clonazione o della modificazione genetica è tutto sommato semplice: basta iscriversi ai corsi universitari giusti e riferirsi ai testi scientifici che sono reperibili anche su internet. Come dire che chi ha risorse sufficienti, potrebbe realizzare il proprio laboratorio privato per clonare e modificare materiale vivente. Se il potere non trova consiglio nell'etica, diventa facilmente prevaricazione e crudeltà sia sulla natura che sull'uomo stesso. E' un concetto che è bene non dimenticare se non si vuole correre il rischio di fare del paradiso che Dio ci ha concesso, un unferno. La rivalutazione di principi antichi, molto spesso dimenticati o visti con una moderna arroganza, è anche la rivalutazione di una esperienza cognitiva ed etica che è maturata con l'umanità nel corso di migliaia di anni, fino alla rottura determinata dalla rivoluzione inustriale del 1700.Una maggiore cura dell'anima piuttosto che degli oggetti che ci circondano e che ci stanno soffocando è l'unica via che può salvare il nostro spirito dalla desolazione e dalla solitudine. Spero di ricevere altre sue considerazioni Gianni Glinni

Ultimo aggiornamento: 04-03-10