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Da: NICOLA BARBATELLI
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Date: lunedì 20 ottobre 2008
Time: 19.01.13
Le ultime vicende legate ai Templari in Lucania hanno incrementato una lunga serie di leggende che come tali, rischiano di minare le basi di un lavoro di ricerca serio e scrupoloso che ha condotto all’impianto di una tesi di carattere storico di grandissimo interesse. Approfondendo l’arrivo dei normanni nel sud Italia emergono una serie di attivita’ e di eventi profondamente legati all’antico Ordine dei Templari che nella loro breve ma intensa vita avrebbero lasciato in Lucania i segni del loro passaggio. Il ritrovamento di una statua lignea rappresentante San Bernardo di Chiaravalle nel territorio di Vaglio Basilicata ha aperto la strada verso uno studio approfondito circa l’insediamento in Lucania degli Ordini monastici benedettini cluniacensi. San Bernardo predicò la seconda crociata del 1146 e scrisse una Epistula in laudem novae militiae, a sostegno dell' Ordine dei Cavalieri Templari. Personaggio di grandissimo spessore culturale e religioso, appena ventiduenne insieme a trenta suoi compagni decise di recarsi nel monastero di Citeaux diretto da S. Stefano Harding, segnando una svolta non solo per i cistercensi ma addirittura per la Chiesa dell’ Europa occidentale. Durante il suo lungo soggiorno a Citeaux Bernardo si dedico’ con grande dedizione allo studio delle sacre scritture propostogli proprio da Santo Stefano Harding conoscitore a sua volta degli scritti sacri, insieme a San Roberto da Molesme riconosciuto come il fondatore dell’Ordine Cistercense. Bernardo pertanto fu allievo di due Santi dalla cultura eccezionale, padrini a loro volta di altri due personaggi che stranamente hanno avuto occasione di passare per le misteriose terre lucane: Oddone di Lagery (Papa Urbano II–Abate a Banzi e promotore della prima Crociata) e San Bruno di Hartefaust, entrambi amati ed appoggiati dai normanni. Seguendo la storia ufficiale, e quindi quella di Guglielmo di Tiro, si racconta che due Cavalieri Ugo de Pagano e Goffredo di Saint’ Omer, giurarono poverta’, obbedienza e carita’ assoggettandosi al Patriarca Latino di Gerusalemme. A costoro successivamente si aggiunsero altri loro compagni dei quali non si conoscono esattamente i nomi. Si leggono spesso i nomi di Pagano di Montdidier, di Arcibaldo di Saint-Amand, di Andrea di Montbard (zio di San Bernardo di Chiaravalle), di Goffredo di Bissot (o Bissol), di Ugo di Champagne e di Tibaldo Conte di Brie (anch’essa località dello Champagne). Tutti questi valorosi uomini provenivano dallo stesso luogo e precisamente da quella zona della Francia che si affacciava sulla manica. Per alcuni questo rappresenterebbe uno insignificante dettaglio ma in realta’ è da considerarsi come un fattore di notevole importanza storica. Infatti in quelle zone era profondamente radicata la cultura celtica che conservava ancora nella sua natura quel forte spirito bellico e avventuriero tanto necessario nell’opposizione della civiltà’ greco-romana. Da questo luogo e con questo spirito partirono coloro che avvertivano la necessita’ di conquistare con le armi un luogo considerato magico: la citta’ di Dio, il “Paradiso”, il luogo celeste abitato dalla Vergine Maria considerata la piu nobile e divina tra tutte le dame e pertanto l’unica a poter essere invocata ed amata dalla cavalleria. San Bernardo nel 1115 ricevette dal Conte di Champagne una intera valle definita "Valle dell' assenzio" considerata maledetta per la crescita dell'omonima pianta. Interessante e’ anche sapere che in quella valle affioravano sorgenti d'acqua e tutto il territorio era caratterizzato da una fitta vegetazione boschiva ,rendendo quella valle assolutamente strana e misteriosa. Tornando a Vaglio Basilicata, è stato dimostrato attraverso gli atti parrocchiali che nel territorio di “Serra di Vaglio” esisteva una piccola chiesa dedicata al Santo cluniacense Bernardo, ed esattamente in prossimita’ di una sorgente ancora oggi attiva. In quello stesso luogo si ergeva il Tempio dedicato alla Dea Mefite, riconosciuta come la Dea delle acque , e dove stranamente trovava la vita la pianta dell’assenzio. Questi impressionanti elementi che accomunano luoghi cosi distanti come una valle dello Champagne a Vaglio Basilicata dimostrano che con molta probabilita’ confraternite di monaci avevano stabilito in terra lucana un luogo di culto e spiritualita’ legato alle dottrine benedettine cistercensi. Ritengo infine che Vaglio Basilicata sia solo la punta di un enorme iceberg e che dietro a questi numerosi reperti si impianti una storia molto piu antica fatta di grandi eroi capaci di custodire quelle verita' che inconsapevolmente hanno segnato la storia di questi meravigliosi luoghi. Nicola barbatelli.