[ Invia | Rispondi | Avanti | Indietro | Su | Ritorna ]

Re: VAGLIO BASILICATA TERRA DI SANTI NORMANNI

Da: Glinni
Remote Name: 85.35.51.2
Remote User:
Date: venerdì 24 ottobre 2008
Time: 14.07.34

Commenti

Le entusiasmanti scoperte e gli studi svolti da Nicola Barbatelli con rigore, competenza e cautela, confermano sempre di più un coinvolgimento dei normanni che conquistarono le terre del Sud Italia, nelle vicende che preludono la formazione dei primi ordini monastico cavallereschi. In questa ottica forse ancora poco considerata dagli studiosi italiani (esistono invece saggi di notevole interesse di autori francesi ed inglesi) si concretizzano scenari particolarmente favorevoli non solo alla formazione quanto anche alla giustificazione di tali ordini, legati probabilmente alla visione che si voleva dare della conquista normanna del Sud . I normanni che giunsero nel Sud Italia non persero mai il contatto con le loro terre di origine; ne sono testimoni i molteplici matrimoni contratti da questi cavalieri con contesse di casati normanni, franchi, frisoni. Ma sicuramente il più efficace collegamento tra questi due mondi apparentemente distanti, fu svolto dai monaci benedettini normanni formati nelle scuole di Saint Evroult sur L'Oche e di Cluny. Molti di essi si formarono in scuole monastiche irlandesi, apprendendo qui le arti della miniatura e della musica ed assorbendone anche lo spirito, che aveva parte delle sue radici nell’antica spiritualità druidica trasmessa tramite la trascrizione degli antichi miti gaelici. Questi monaci furono i “mediatori” tra il carattere impulsivo dei cavalieri normanni loro consanguinei, ed il cattolicesimo romano. Furono loro gli autori dell’alleanza che nacque tra il papato e Roberto il Guscardo. Furono loro a svolgere una costante opera di collegamento tra la Terra Santa e i regni normanni e franchi. Solo considerando questo ampio scenario, personaggi come San Bernardo, San Bruno, Hugo de Pagano, Hugo de Champagne assumono una posizione più definita e comprensibile. Come giustamente osserva Nicola Barbatelli, è necessario separare nettamente ciò che si può considerare come un plausibile fatto storico dalla pura speculazione. La plausibilità di un evento storico si basa sull’analisi dei documenti esistenti, delle tracce rimaste, delle tradizioni orali da ricomporre in uno scenario coerente con lo sviluppo dell’insieme degli eventi. La validità di uno scenario storico così ricostruito sarà funzione di quanto riesce a spiegare dei fatti accaduti. Nel nostro caso una cosa è certa: lo scenario che si sta delineando è in grado di spiegare brillantemente circostanze storiche relative alla prima crociata e all’origine dei primi ordini cavallereschi, in modo molto più giustificato di quanto non lo sia stato fino ad oggi. Se questo scenario è corretto non potrà che trovare sempre nuove conferme. Gianni Glinni

Ultimo aggiornamento: 04-03-10