AMORE E PSICHE

(AMORE E PSICHE)

 

 

  AMORE E PSICHE

(Dalle “Metamorfosi di Lucio Apuleio – Libro IV)

 

PERSONAGGI:

 

Eros (dio dell’amore)

Psiche (principessa)

Persefone(1)

 

Trama 

     C'erano una volta, in una città, un re e una regina, i quali avevano tre figlie. L'ultima, Psiche, era stupenda, tanto da suscitare la gelosia di Venere la dea dell’amore , la quale prega Eros di ispirare alla fanciulla una passione disonore-vole per l'uomo più vile della terra. Tuttavia, è stesso Amore ad invaghirsi della fanciulla, la trasporta nel suo palazzo, dov'ella è servita ed onorata‚ come una principessa‚ da ancelle invisibili e dove, ogni notte, il dio le concede indimenticabili visite. Unica condizione è che Psiche non deve vedere il viso del misterioso amante, altrimenti si rompe l'incantesimo. Per confortare la sua solitudine, la fanciulla ottiene di far venire nel castello le sue due sorelle. Queste, invidiose, le suggeriscono che il suo amante è in effetti un mostruoso serpente: allora, Psiche,   curiosa e delusa, armata di pugnale, si avvi-cina al suo amante per ucciderlo. Ma a lei il dio Amore, che dorme, si rivela nel suo fulgore, coi capelli profumati di ambrosia‚ le ali rugiadose di luce‚ il candido collo e le guance di porpora. Dalla faretra del dio, Psiche trae una freccia, con la quale si punge, innamorandosi  perdutamente di Eros. Dalla lucerna di Psiche una goccia d'olio cade sul corpo di Amore che si sveglia e fugge lontano dalla fanciulla, che ha violato il patto. L'incantesimo è rotto, e Psiche, disperata, si mette alla ricerca del suo amore. Deve affrontare l'ira di Venere, che sfoga la sua gelosia imponendole di superare quattro  prove, l'ultima delle quali comporta la discesa nell’Ade‚ per farsi dare un vasetto da Persefone.Psiche avrebbe dovuto consegnarlo a Venere senza aprirlo, ma la curiosità la perde ancora una volta. La fanciulla allora viene avvolta in un sonno mortale. Alla fine‚ interviene a salvarla Amore‚ il quale otterrà per lei da Giove l'immortalità e la farà sua sposa. Dalla loro unione nascerà una figlia: "Voluttà".

  [L.Apuleio(2)- Metamorphoseon libri XI  (3) – libro IV]

 

 

MEA CARMINA 

 

IL TRIONFO DELL’AMORE

 

(PROLOGO)

Lamore

è il più bel fiore

della giovinezza

e lo coglie ancor di più

chi di vaghezza è adorno

e di bellezza.

 Psiche era infin talmente bella

che Venere ne avea gran gelosia

e pregò Amore‚ il primo tra gli dei‚

di maltrattarla‚ compiendo la magia:

legarla ad uomo indegno di sua beltade

e della sua grande nobiltà.

Ma Eros‚ dio d’amore e di saggezza‚

solo a guardarla se ne innamorò

ed in palazzo‚ per lui‚ la riservò.

Di servi invisibili era regina‚

mentre‚ di notte‚

 

Amore la prendeva‚

 baciandola col corpo che splendeva.

E lei‚ rispondendo a quell’ amplesso‚

donava‚ con il cuore‚

tutta se stessa:

 

schiudeva i suoi scrigni

al dio supremo

gridava al mondo

il suo piacere estremo.

La luna arrossiva su nel cielo

e Notte rinfrescava con un velo

le carni di fuoco della fanciulla‚

che Eros stringeva nella culla

delle sua braccia divine‚

che d’ambrosia odoravano

e di forza‚

con una gran passione‚

Che mai si smorza.

 

 

 Le sorelle‚

  invidiose di cotanto amante‚

spingono la fanciulla a verificare

se trattasi di Eros o di serpente‚

che ne carpisce amor continuamente.

Psiche‚ allor‚Guardando 

 rompe il patto

  di non scrutare il dio dell’amore‚

che fugge lontano da quel fiore‚

lasciando nel giaciglio solo dolore.

La dolce fanciulla lo inseguì:

la freccia del nume l’avea punta.

Pur di riconquistare il ben perduto‚

affrontò l’ira di Venere‚ pallida e smunta.

Concluse le tre prove

ma‚ alla terza‚ curiosità la vinse

e da sonno mortale fu avvolta‚

 come morte nell’Ade

 l’avesse colta.

 

 

(EPILOGO)

 

E corse Amore

 a salvar l’amante‚

rendendole la vita

 e poi l’amore.

La rese dea immortal

e sull’olimpo

l’accolsero felici gli altri dei‚

regalandole  un letto d’ambrosia‚

ove ancor giace‚ con Eros‚

per l’eternità.

 

Se ascolti‚ d’estate‚

tra le stelle

puoi udire una musica

Divina:

le note gravi sono

 dell’Amore;

i gemiti di Psiche

 sono violini.

 

_________________

NOTE:

(1)  Persefonefiglia di Zeus e di Demetra,dea del grano ancora erba, detta anche Proserpina.

(2)   Lucio Apuleio: Nato a Madaura, in Numidia (l'attuale Algeria) intorno al 125 d. C. ‚la sua estrazione agiata gli permise di compiere gli studi a Cartagine, fulcro della vita culturale della provincia, e di poi ad Atene, dove poté soddisfare la sua “curiositas” per la filosofia. Fu‚ per qualche tempo‚ a Roma e viaggiò più volte in Oriente, tenendo conferenze  in varie località. Di nuovo in Africa, nel corso di un viaggio ad Alessandria, intorno al 155-156, incontra un compagno degli studi ateniesi Ponziano. Questo  evento influenzò l’attività letteraria e cambiò la sua vita‚ perché  sposa la ricca vedova Pudentilla‚ madre dell'amico. Nel 158, a causa di questo matrimonio, Apuleio‚  accusato di magia‚ dovette sostenere un processo‚ intentatogli dai parenti della moglie. Gli ultimi anni della sua vita li trascorse a Cartagine,  al centro della vita pubblica.  

(3) LE METAMORFOSI - La fortuna di Apuleio e la sua grande influenza sulla letteratura europea sono legate al romanzo “ Metamorfoseon libri XI", denominato "Asinus aureus"  da  Sant'Agostino nel "De civitate Dei"‚ la 

cui diffusione si deve al ritrovamento del codice che ne contiene il testo da parte di Boccaccio, il quale ne fece pure una trascrizione.  Con l'invenzione della stampa, se ne diffusero varie edizioni in Italia e a Parigi. Fu tradotto in italiano dal Boiardo e dal Firenzuola e contribuì, in Spagna‚ alla nascita della letteratura picaresca mentre ne ritroviamo temi e spunti nella novellistica europea.

 

Franco Pastore
( da “ AMORE E MITO)

 

 

 

INDICE