Apollo e dafne

(APOLLO E DAFNE)

 

 

  APOLLO E DAFNE

(Dalle “Metamorfosi di Ovidio – Libro I)

 

PERSONAGGI:

 

Apollo (dio della luce e del canto)

Dafne (ninfa dei boschi)

Gea ( madre di Dafne )

 

 

Trama 

 

      Dafne, figlia di Gea e del fiume Peneo, era una bellissima ninfa‚ che viveva la sua spensierata giovinezza deliziandosi della quiete dei boschi e del piacere della caccia‚ quando la sua vita fu stravolta dal capriccio di Apollo‚ dio della luce ed Eros‚ dio dell’amore.

           La leggenda Racconta che Apollo, fiero di avere ucciso il serpente Pitone, avendo incontrato Eros‚intendo a forgiare un nuovo arco, si burlò di lui e del fatto che non avesse mai compiuto azioni degne di gloria. Eros, ferito profondamente dalle parole di Apollo, volò sul monte Parnaso e meditò la sua vendetta: approntò due frecce, una   acuminata e dorata, per far nascere la passione, che scagliò nel cuore di Apollo ed un’altra, spuntata e di piombo, per respingere l'amore, che lanciò nel cuore di Dafne. 

     Da quel giorno Apollo vagò disperatamente per i boschi alla ricerca della bella ninfa e riuscì a trovarla. Ma Dafne‚ alla sua vista, scappò impaurita‚ né valsero  a nulla le suppliche del dio‚ che le giurava il suo amore e vantava le sue origini divine per impressionarla. Dafne, terrorizzata, scappò tra i boschi. Quando La ninfa si rese conto che la sua corsa era vana ed Apollo stava per raggiungerla, invocò Gea sua madre, pregandola di mutare il suo aspetto poiché le stava procurando tanto dolore ed altrettanta paura.

      Gea, ascoltò la sua preghiera e‚ rallentando la corsa della figlia‚ iniziò a trasfor-mare il suo corpo: i suoi capelli mutarono in fronde leggere‚ le sue braccia in flessibili rami‚ che si levarono alte verso il cielo. Il suo corpo aggraziato si ricoprì di corteccia ed i suoi delicati piedi si tramutarono in robuste radici‚ mentre il suo volto, in lacrime, svaniva nella chioma dell’albero. Dafne si era trasformata in un bellissimo albero che prese il nome di lauro. Infatti‚ dafne‚ in greco‚ significa lauro.

      Apollo‚che aveva assistito alla trasformazione‚ disperato abbracciava il tronco sperando che Dafne ritornasse in sembianze umane. Alla fine il dio, considerando inutile ogni tentativo, proclamò che la pianta dell' alloro sarebbe stata‚ da allora‚ sacra al suo culto e segno di gloria da porsi sul capo dei grandi e dei vincitori. 

      Ancor oggi, si è solito proclamare‚ con una corona d’alloro posta sul capo‚ i migliori fra gli uomini‚ in memoria della bella ninfa Dafne.

 

  (Ovidio- Metamorfosi- Libro I Versi 452-567)

 

 

MEA CARMINA 

 

 

 APOLLO  E  DAFNE

 

 (PROLOGO)

 

Giammai compiesti

o nume

grandi eroismi!

Sarai pure il dio dell’amore‚

ma in che cosa

mostrasti il tuo valore?

Sbiancossi il dio

E stava per partire‚

ma Apollo continuò

  ad infierire.

alimentando

le perigliose ire.

Quando Eros fu giunto

sul Parnaso‚

decise la vendetta più spietata:

Punse con dardo d’oro

il febo Apollo‚(1)

ma Dafne

con freccia già spuntata.

 

(Il dramma)

 

Esplose amore

per la bella ninfa‚(2)

cercandola tra i boschi

e le colline.

Sembrava arbusto

cui mancasse linfa

ed impazziva d’amor

per la sua Ninfa.

Vagheggiava le forme

E il portamento‚

l’odore del suo corpo‚

le gambe snelle

gli occhi  di cerbiatta

le forme belle.

Che musica sublime

le sue fattezze‚

composte ad arte

per l’amor di un dio

potente e venerato

  in ogni dove

fratello di Diana‚

figlio di Giove.

 

Quando la scorse

le dichiarò

il suo amore‚

le disse d’esser

figlio di Latona‚

che viveva d’ambrosia

sull’Olimpo

e che era l’oggetto

del suo amore.

Ma la fanciulla

che non poteva amare

tremando come foglia

si scansò

e nel fitto del bosco

riparò

Apollo disperato

l’inseguiva

e Dafne atterrita

che fuggiva.

Dafne implorò:

-Salvami‚ madre!

Se mi raggiunge‚

il dio mi fa sua‚

ed io non voglio

subire una violenza‚

a questo‚ il dio Amor

non mi dispose‚

preferisco la morte

ch’essere sposa

contro il mio volere

e mia natura ! -

(Epilogo)

E Gea‚ materna‚ (3)

alleggerì il suo corso‚

trasmutandone il corpo

a fronda a fronda.

Infin che scorza

rivestìnne il tronco‚

e il viso diventò

largo fogliame.

Le braccia‚

irte al ciel‚ furono rami

e  i piedi in radici

trasmutò.

 Apollo corse

per fermar l’amore

si strinse al tronco

piangendo con dolore‚

l’alloro era ormai

senza più voce

Dafne avea trovato

La sua pace.

Il dio

d’allora consacrò

 la fronda

al culto suo

ed a segno di grandezza:

si celebri l’onore

e poi la gloria

con le corone d’alloro

si faccia storia.

 

 

_________________

NOTE:

(1)     APOLLO: figlio di Giove e di Latona, fratello di Diana.

(2)       DAFNE: figlia di Gea‚ dea della terra‚ e del fiume Peneo

(3)      GEA: divinità nata dal Caos primordiale  da cui si sono  nati  gli dei e la stirpe degli uomini. Dopo di lei

         apparvero Urano, il  cielo,  che  divenne  suo sposo  e  dalla  cui unione nacquero molti  figli  tra  i  quali:

         Cronos,  padre di  Zeus. Veniva  venerata  oltre  che  come  dea  dei morti e dell’oltretomba‚ anche come

         protettrice  dei bambini.

 

Franco Pastore
( da “ AMORE E MITO)

 

 

 

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