CRIMINOLOGIA: LA SOCIOBIOLOGIA

 

LA siciobiologia ha tantato di compendiare biologia e scienze sociali, proponendosi, con le parole di  O. WILSON:" come  lo studio sistematico delle  basi biologiche di ogni forma di conportamento sociale".
Sinteticamente  puo' dirsi che la sociobiologia afferma che  anche  le societa' umane , come quelle animalki, devono essere "adattive" devono cioe' soddisfare al massimo il principio di idoneita' biologica in senso darwiniano, vale a  dire per  tutto quanto attiene ai fini  fondamentali all'evoluzione e sopravvivenza delle specie.Secondo questo assunto, non  sono tanto gli individui ad assumere importanza per tali fini, quanto il  gene, cioe' il patrimonio genetico ereditatario trasmettitore degli schemi di comportamamento che solitamente chiamiamo istinti: il gene condiziona individui e societa' proprio per la sua connaturata e specifica spinta alla sopravvivenza e alla riproduzione; per questo motivo gli sono estranee considerazioni d'ordine etico o comunnque culturale , proprie degli uomini e delle societa' , e che  nella prospettiva sociobiolologica sono anch'essi subordinati e dominati dal   gene.La denonominazione di  gene  egoista, data  da alcuni sociobiologi, trova allora  la sua ragione nel fatto che  il gene  si preoccupa solo della  propria della  propria sopravvivenza, cui e' legata quella  della specie.In questa prospettiva, se  nella  cultura sono presenti valori di  natura eticpositiva, e' solo  perche' questi valori sono  amente risultati funzionali nel  gioco della selezione naturale.Anche  l' altruismo perde in questa prospettiva qualsiasi connotazione  di ordine etico e  di merito.; il gene infatti , oltre  che  egoistico, puo' anche indurre a  comportamneti altruistici , ma solo qualora siano funzionali alla sopravvivenza  della  specie: ad  esempio il comportamento dell' uccello che, avvistato il predatore, avverte  gli altri componenti dello stormo permettendo di fuggire, ma  sacrificandosi lui stesso col  farsi notare dal predatore con le sue grida  di allarme.In definitiva , ogni valore o disvalore non hanno connotazioni etiche , e  altro non  sono l'effetto di una strategia biologica rivolta alla conservazione e trasmissione della specie.
La sociobiologia si pone in definitiva quale antitesi al princioio che vede  nella cultura il motore  fondamentale dell'evoloversi e del  diverso cratterizzarsi del genere umano , appunto attraverso un processo di apprendimento e trasmissione culturale: per la sociobiologia e' invece nei processi di selezione naturale e  nell'informazione genetica che risiede la chiave o almeno , nelle  forme piu' mitigate delle  asserzioni, una chiave esplocativa dell'organizzazione sociale e del comportamento umano. Venendo all'utilizzazione in criminologia dei principi della sociobiologia, potrebbe ipotizzarsi che i comportamenti aggressivi, le violenze sui piu' deboli, le prevaricazioni  esercitate da persdone o   gruppi dotati di maggiore potere, non siano comportamenti scelti e  voluti dai loro autori in spregio all'etica e  alle norme, ma  siano  una sorta di inevitabile conseguenza della selezione naturale  che e' venuta a privileggiare i piu' forti, i piu' violenti, i piu' aGGRESSIVI: TALCHE' questi  naturalisticamente  sarebbero favoriti  nell'avere la meglio sui piu' deboli, perche' in loro prevalgono dotazioni  genetiche di  lal fatta.Conclusioni queste, che risultano contrarie ai principi  morali e sociali , e che  , tra l'altro, conferiscono un  alone di necessarieta' e di  supremazia biologica ai  vincenti.Ma  ancora , non puo' ammmettersi che esista  nessun  gene della criminalita', ne potrebbe esistere, posto che non e' lecita, come  gia' abbiamo sottolineato, la confusione fra  concetti biologici e  concetti culturali.Nel  nostro DNA non e' iscritto alcun destino  , delinquenziale o meno, da cui sia IMPOSSIBILE SOTTRARSI; L' UNICICITA' E  LA  PREROGATIVA DELLA  NOSTRA SPECIE  RISIEDONO NELLA  SUA NATURA DICOTOMICA, BIOLOGICA E CULTURALE, SOGGETTE  ALL'INFLUENZA DI ENTRAMBE QUESTE  DETERMINANTI.
Anche la sociobiologia , d'altronde, nelle  posizioni meno radicali, non  e' giunta ad affermare che l'uomo sia  un automa, involontario prigioniero del DNA e  alla merce' dell'ereditarieta', talche taluni dei suoi esponenti preferiscono parlare di tendenze  genetiche piuttosto che  di determinismo biologico, tendenze che possono cosciamente essere superate e  modificate dalle  nostre esperienze.

 

 

16/05/07     


PER DOMANDE IN DIRETTA  E CONSULENZE DI MEDICINA  LEGALE CRIMINOLOGICA: TEL 330348886
  DOTT. ANTONINO AURILIO
 MEDICO  ODONTOIATRA SPECIALISTA CHIRURGO
SPECIALISTA IN IGIENE E MEDICINA PREVENTIVA
 LEGITTIMATO IN  PSICOTERAPIA- MED. PSICOSOMATICA
 C.T.U. TRIBUNALE  DI  S.MARIA C. VETERE
MASTER IN  BIOETICA UNIVERSITA'  ATENEO PONTIFICIO REGINA  APOSTOLORUMA ROMA