Elena di Sparta

 (IL SOGNO DI  PARIDE)

 

        Chi ha celebrato il mito di Elena, unendolo al destino di dei  ed eroi? È stato il poeta greco Omero, in due opere colossali, che hanno sfidato il  tempo infinito di migliaia di anni:

- L’ILIADE ( poema di  Ilio o Troia) 

- L’ODISSEA (poema  di  Odisseo o Ulisse).

Ma allora, Omero è veramente  esistito? Nulla è  certo sulla  esistenzo di questo personaggio,del quale si parla fin dall’VIII secolo A.C. Incerto è il suo luogo  di nascita: probabilmente la città  di Chio, in Grecia, o quella  di Colofone,o Smirne (entrambe in Asia Minore, nella moderna Turchia), per anni le più  quotate, sia  per  motivi linguistici che culturali.  Incerta  è l'origine  del suo nome, forse di  etimologia non greca: potrebbe derivare  da ho mè horôn, ossia "il non veggente" (la leggenda ci descrive infatti Omero come  un aedo cieco), ma  altri avanzano l'ipotesi che il suo significato sia quello di "raccoglitore".  Per quanto riguarda l'età in cui visse (e quindi l'epoca dell‘ Iliade e dell‘ Odissea), le date oscillano tra  il XII  e il  VI secolo a. C., anche se le tesi più accreditate propendono per il VII o VIII secolo.  

 

 Elena, tanto bella  da  causare una guerra  di dieci anni e la morte di molti eroi. Più leggiadra di Afrodite, era intrigante, coraggiosa e spregiudicata. La sua sensualità sconvolse non  solo Paride, ma  agitò gli animi degli uomini più potenti della Grecia  e paesi limitrofi. Ma come  e perché seguì Paride a Troia, abbandonando un marito, che  aveva  volontariamente scelto  tra  tanti ? La storia  approda nella mitologia e ad un  evento particolare: “ IL CONCORSO DI MISS OLIMPO”. Tre erano le dee in gara: Era, Atena  ed Afrodite. La giuria era costituita da un  solo membro: Il giovine Paride, principe  di Troia, figlio del re Priamo e fratello di Ettore.

       Il voto  di Paride va ad Afrodite, la dea dell’amore, la quale gli promette in dono l’amore della più  bella donna del mondo: Elena  Figlia di Zeus e di Leda, sposa di Menelao re di Sparta; sorella di Castore e Polluce, i Dioscuri, e di Clitemnestra sposa di Agamennone. Quando Elena raggiunse l’età da marito, si presentarono tutti i più nobili  principi  della  Grecia  ad affollare la corte di Tindareo, il quale cominciava a temere, che qualunque scelta avesse fatto, ne sarebbero seguiti  dei disordini  tra i pretendenti. Odisseo, presente tra i  pretendenti, gli consigliò di  farli  giurare  solennemente, che  avrebbero protetto la vita e i diritti di  chiunque  fosse diventato lo sposo di Elena. I nobili  principi greci acconsentirono e giurarono solennemente davanti a un cavallo sacrificale. Elena scelse Menelao, forse a causa dei ricchi doni che aveva portato,mentre la sorella di Elena,Clitemnestra, era già andata i sposa a suo fratello, Agamennone, re di Micene. Elena diede alla luce Ermione, Clitemnestra  diede alla luce Ifigenia.Qualche anno dopo, Paride il figlio maggiore di Priamo, re di Troia, si recò in visita a Sparta, e poiché Afrodite, ricevendo la  famosa mela d’oro premio di bellezza per la più bella dell'Olimpo, gli  aveva promesso la donna più bella del mondo, Paride,quando vide Elena, decise che la voleva. Vittima dei  poteri di Afrodite, Elena si innamorò  subito di Paride e, quando  Menelao  partì  per Creta, per assistere ai funerali  del  nonno Catreo, fuggi con il  principe troiano, portando con  sé parte del  ricco tesoro di Menelao.

       In tre giorni di facile navigazione, i due amanti raggiunsero Troia, dove vennero ufficialmente uniti in matrimonio, nonostante il parere contrario di molti Troiani, tra i quali,  il prode Ettore. Ma dove si ergevano le possenti mura di di Troia? (1)

 Mentre la bella Elena festeggia a Troia il suo nuovo matrimonio con il principe Paride, Menelao, tornato a Sparta, dopo il funerale del nonno e scopre che Elena era fuggita. Allora  si reca dal fratello Agamennone e  chiede a  lui  ed a tutti i principi greci, che  avevano prestato giuramento alla corte di  Tindareo, davanti al cavallo  sacrificale, di  aiutarlo  a  riconquistare  la sposa.

Menelao e Odisseo tentano di convincere i Troiani a restituire Elena, ma essi rifiutano. Allora si riunisce un grande esercito, composto da tutte le forze greche, al comando di Agamennone, per attaccare Troia. Si imbarcano sulle navi e dopo aver sacrificato IFIGENIA, la figlia di Agamennone, partono alla volta di Troia.Giunti  sulle spiagge della  Troade, gli eserciti si accamparono tra le navi  e  le possenti mura della città, in un assedio lungo e difficile. Troia, infatti, resistette per nove lunghi anni. Iniziò il decimo anno e si verificarono fatti tali da cambiare il corso degli eventi e della nostra  storia.

       Dopo  nove anni  di assedio Agamennone si rifiuta di  restituire a Crise, sacerdote di  Apollo, la figlia Criseide, che egli ha ottenuto come  preda di  guerra. Il dio colpisce  con una pestilenza il campo dei greci e Agamennone è costretto  a  restituire Criseide, ma, per compensarsi  della perdita, sottrae ad Achille la  schiava Briseide. L’eroe, sdegnato, si rifiuta di combattere con i greci. Poiché, i i Troiani ottengono molte vittorie, Patroclo decide di scen-dere in campo con le armi di Achille, ma viene ucciso da Ettore. Achille, per  vendicare l'amico, torna a combattere e cerca lo scontro con Ettore, uccidendolo  in duello  ed infierendo sul  suo corpo. Il  vecchio re Priamo, giunge nel campo dei greci, chiede la restituzione  del corpo di suo figlio Ettore e lo ottiene. Il desino della città di Troia, privata dell’ eroe più forte, è ormai segnato.Tra l’altro, gli stessi dei vogliono la rovina della città.

      Dopo  la morte  di Ettore, anche il destino di Achille  è segnato. Il dio Apollo  dirige la  freccia  di Paride  proprio nel suo tallone. Unico punto  vulnerabile.  Le  armi  divine  di Achille verranno assegnate all'astuto Ulisse. È lui che con  l‘ inganno  permette  ai greci  di  entrare  nella  città  per distruggerla. Ulisse tesse l’inganno. Fa costruire un grande  cavallo di  legno, vuoto all‘interno,dove si nascondono i più valorosi guerrieri. I greci fingono la partenza, abbandonando il cavallo sulla  spiaggia. Invano Lacoonte (2) cercò di dissuadere  i suoi concittadini  dal portare  dentro le  mura  di  Troia  l'insidioso cavallo ligneo, costruito da Epèo, Anzi, a  punirlo  dell‘ assennato consiglio,due serpenti,  mandati da Nettuno dal mare, s'avventarono contro lui, soffocandolo insieme ai  due  figli, accorsi in suo aiuto.

      I Troiani  imprudenti, convinti dal prodigio del serpente marino,  trascinano il cavallo dentro le mura  e, duranre la notte, i  guerrieri  nemici  ne  escono  e  mettono  la città a ferro e fuoco. Caduta Troia, i greci iniziano il viaggio di ritorno, ma solo pochi di essi raggiungeranno la Grecia. Agamennone sarà ucciso dalla moglie Clitemnestra ed  Ulisse  vagherà  per  altri dieci anni, prima di  raggiungere  Itaca. Tutto  ciò, per  la bellezza di una donna: Elena di Troia.

 

RIFERIMENTI CULTURALI

 

          La città omerica  è stata identificata  in Troia VII, distrutta da un incendio,intorno al 1260 a.C.. Ergo, è  possibile che il racconto mitico di Omero abbia un qualche fondamento storico e  sia  collocabile, cronologicamente, in età micenea, quando un popolo di lingua greca  (gli achei dell’Iliade)  tentò di espandersi in Asia Minore.

          La più bella traduzione dell’Iliade è quella fatta da Vincenzo Monti: “Cantami, o Diva, del Pelìde Achille  /  l'ira funesta che infiniti addusse  /  lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco/ generose travolse alme d'eroi, /e di cani e d'augelli orrido pasto / lor salme abbandonò  (così di Giove /l'alto consiglio s'adempìa), da quando  /  primamente disgiunse aspra contesa / il re de' prodi Atride e il divo Achille…” (ILIADE, L. I ,trad.del Monti)

 

MEA CARMINA 

 

 

PROLOGO

 

E con Achille

l’ultima tenzone

combatte Ettòrre,

sotto il sol leone.

Muta consiglio,

dall’alto del bastione,

colei che ad Ilio venne

senza avviso,

chiedendo d’esser troiana

al rege Anchise.

Non v’era Paride

più nei tuoi pensieri,

scrutava i greci,

oltre i lor cimieri.

Sparta ti fe regina

con Menelao,

figlia di Zeus

e madre d’Ermione,

fu Afrodite

a toglierti ragione,

e, per promessa,

offuscandoti la mente,

lontano ti portò

tra altra gente.

Ora ti senti greca

e vuoi lo sposo,

che tra i principi achei

allor scegliesti,

lasciando gli altri

con i volti tristi.

Avevi diciott’anni

e il re, in te,

tutto dimenticò

anco gli affanni.

E muore Achille

pur con la sua furia,

ed Ilio brucia

con tutte le sue torri.

 Il figlio del Pelide

semina morte,

per mano sua,

re Priamo e figliuol

  chiudono sorte.

 

EPILOGO

 

E mentre Ilio

scompare tra le fiamme,

e terra inghiotte

il sangue dei Dardani,

Pirro condusse

Elena, per mano,

dal suo consorte,

per sposar la morte.

Ma vinse desiderio

e, tra i bagliori,

Il rege la baciò

con tanto ardore,

che le sue carni

bruciarono d’amore.

Esausta la regina

godette a lungo,

finché Afrodite

l’animo sostenne

Ma poi,

lasciata  dalla dea,

languida, svenne.

Per sette lunghi anni

andar per l’onde,

 infine che Grecia

comparve all’orizzonte.

Sparta li accolse

con feste e con trionfi.

Fu lieto il rege,

 gli si leggeva in fronte:

Avea ora

il suo tesor più grande:

la bionda Elena,

solare e conturbante.

 

   

[ Da “Un unico grande sogno” di F.Pastore]

 

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(1) La città era situata sulla collinetta di Hisarlik ed era stata fondata, secondo la leggenda, da Ilio  nella  parte  nord-occidentale dell’Asia minore, nell’ attuale  Turchia,  a 6,5 km dal  mar Egeo, ed era detta in greco Ilio dal nome del suo fondatore. Capitale della Troade, munita di possenti fortificazioni da Apollo e da Posidone, Troia, controllava lo stretto dei Dardanelli ed il commercio dei metalli tra l'Egeo, il Mar Nero e la zona danubiana. Gli scavi archeologici di Heinrich Schliemann  hanno  permesso di individuare il sito della città di Troia  sulla  collina di Hissarlik, nella Turchia occidentale. Vi sono stati rinvenuti nove strati sovrapposti corrispondenti ad altrettanti insediamenti.

 (2) figlio di Antenore,  sacerdote di Apollo, scelto dai  Troiani,  esultanti per la partenza dei Greci, per  compiere

       un sacrificio a Nettuno

 (3)  Figura di Elena: adattamento di  Paolo Liguori

 

   Franco Pastore
 

 

 

 

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