Forse tu, già non avevi volto

 

Non ricordo il volto
forse già non l’avevi quando

percorrevi il marciapiedi

della stazione di Varsavia

lungo il binario dove

un attimo solo si fermavano i treni

 che portavano la “ JULIA “ in Russia.

Forse tu, già non avevi volto

ma la tua voce rintrona

come un’eco interminabile

dentro il mio petto: pane, pane!

Forse tu già non avevi volto

ma l’eco dei passi stanchi

che trascinavi su stecchini

- che una volta erano state gambe belle,

tornite, lunghe – martellano nel mio cervello

come la tua voce nel mio petto.

E gli stracci che a malapena

coprivano il tuo scheletro

negli occhi mi porto

come una bandiera

vessillo di giustizia, di libertà

e d’amore per la mia battaglia:

vessillo di sacrificio per te

piccola ebrea senza più volto

che percorrevi il marciapiedi

della stazione di Varsavia

- perché vivere ancora volevi –

lungo il binario dove

si fermò un attimo

il treno che trasportava

i ragazzi della “JULIA”.

Avrei voluto darti cibo e vestiti

piccola ebrea senza più sembianze

ma quei ragazzi avevano fame

tanta fame come te

ed io non c’ero.

Un soldato mi ha parlato di te

un soldato che quel giorno ha pianto

e avrebbe voluto

con le sue lacrime dissetarti

col suo corpo sfamarti

col suo sangue cancellare

il marchio giallo che portavi al polso.

 

Reno Bromuro

 

© Reno Bromuro da «Camminare Cantando» - Edizioni A.I.A. Poesia della Vita 1989

 

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