(IL SOGNO DI TRISTANO)
Il capolavoro di Goffredo di Strasburgo, poeta tedesco del. XII secolo, Il Tristano, è un poema cavalleresco, composto intorno al 1210 e rimasto incompiuto, che si ispira all’opera dello scrittore anglo-normanno Thomas, vissuto alla corte di Enrico II Plantageneto. Quest’ultimo, nel 1150, aveva narrato la leggenda bretone di Tristano e Isotta. Ma mentre in Thomas l’amore tra i due amanti è sentito come voluto dal fato, nel poema di G. di Strasburgo, la passione è idealizzata come disposizione dello spirito verso ciò che vi è di più nobile e più alto, fondendosi con l’esaltazione dei valori della società feudale. È il romanzo più bello e più celebre di tutta la letteratura cortese, che parla della tragica storia d’amore di Isotta, una principessa irlandese, che sposa per motivi politici un re normanno, e di Tristano, un nobile cavaliere bretone della tavola rotonda.
Tristano nasce dall'amore tra Rivalen e Blancheflor, sorella di re Marco, signore della Cornovaglia e d'Inghilterra, presso il quale Rivalen era stato ospite. Per questa loro passione i due amanti debbono fuggire a Canoel, capitale dell'Ermenia, di cui Rivalen è il legittimo signore, e qui si sposano, su consiglio di Roal, le Foitenant, il mantenitore di fede. Ma Rivalen è ucciso in battaglia dal rivale Morgan e, quattro giorni dopo, muore Blancheflor, dando alla luce il frutto del suo breve amore: Tristano, appunto, che viene sottratto alla cattura da Roald, re di un regno occupato illegittimamente. Diventato grande e conosciuta la sua identità, Tristano diventa cavaliere e torna nelle sue terre, dove uccide l'usurpatore e restaura la monarchia legittima. Quindi, affida il potere nelle mani di Roald e torna da Marco, suo zio, nel paese di là dal mare. Ferito a morte in battaglia, viene curato e salvato da Isotta, principessa d'Irlanda dai capelli biondi, la quale, avendolo trovato sulla spiaggia lo cura amorevolmente fino a guarirlo. Il giovane cavaliere, rimessosi, riparte per recarsi da suo zio, il re Marco di Cornovaglia. Costui lo accolse a braccia aperte e, dato che non aveva eredi al trono, lo volle designare quale suo successore. I nobili del regno si opposero ed il re Marco acconsentì a sposarsi, ma solo con la donna, cui era appartenuta la ciocca di capelli biondi che una rondine aveva appena deposto dinanzi a lui. Tristano riconobbe immediatamente i capelli di Isotta e si offrì di recarsi in Irlanda , per chiederla in sposa per conto del re. L’Irlanda era terrorizzata da un drago, l’eroe lo affrontò ed uccise liberando il paese, ma fu ridotto nuovamente in fin di vita dal suo alito velenoso, ed un altro cavaliere gli sottrasse il merito dell'impresa. Isotta e la madre scoprirono l’inganno e soccorsero il giovane cavaliere morente, salvandolo per la seconda volta.
Quando Tristano guarì e la chiese in sposa per conto dello zio Marco di Cornovaglia, Isotta fu colta dalla disperazione, ma dovette accettare, perché suo padre confidava in quel matrimonio, per riportare la pace tra i regni di Irlanda e Cornovaglia. Isotta sposò comunque re Marco, ma continuò ad incontrare, in segreto, Tristano. Un giorno, re Marco sorprese i due amanti, mentre dormivano, ma come segno di castità, vi era la spada di Tristano in mezzo ai due.
Il re dapprima voleva ucciderli, poi, toccato da quel particolare, rinunciò alla sua vendetta. Ma prima di andarsene, lasciandoli addormentati, volle avvertirli che erano stati scoperti e, sostituì la spada di Tristano con la sua. Trovata fra loro la spada del re, i due amanti capirono e furono sopraffatti dalla vergogna.
Tristano, allora, convinse Isotta a tornare dal re e per sè scelse l'esilio in Bretagna. Ma Tristano non poteva vivere a lungo lontano da Isotta. Così egli tornò ancora una volta dal re Marco, il quale, tormentato dai sospetti e dalla gelosia, spiò Tristano sino a che non lo sorprese nuovamente con la regina. Questa volta fece uccidere Tristano. Ma ciò determinò la morte di Isotta, che si trafisse il cuore sul corpo del suo amato.
RIFERIMENTI CULTURALI
Richard Wagner, su libretto dello stesso compositore, dedicò all’eroina del romanzo di Goffredo di Strasburgo un dramma musicale in tre atti, dal titolo “Tristan und Isolde” L'opera, composta tra il 1857 e il 1859, venne rappresentata per la prima a Monaco di Baviera il 10 giugno 1865.
PROLOGO
O dolce fiore
dell’amor cortese,
o premio ambito
di mille e più contese,
di notte,
adorni lieve
i sogni miei,
coprendomi di baci
appassionati.
Tormento e amore
negli occhi
seducenti,
il seno brama
ognor
carezze ardenti,
solo Tristano
è il bene
desiato.
La seta
delle chiome
ed il sorriso,
la bocca e il tondo
di quel dolce viso,
la rosea carezza
dei seni tuoi
recano vita
a questi giorni miei.
O bionda Isotta,
alito di vita,
piacer sublime
che
ognor mi esalta
sogno perduto
e ritrovato ancora,
amor che invita
a vivere l’aurora
EPILOGO
Ma,
quando la speranza
viene meno,
che gioia c’è
lontano
dal tuo cuore?
Nego la vita,
allor
e muoio per amore!
Rimane sol,
nell’aria,
il mio dolore,
col pianto
che si mesce al tuo,
infin che i corpi,
avvinti nella morte,
giacciono insieme
per l’eternità.
[ Da “Un unico grande sogno” di F.Pastore]
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NOTA: Figura di Isotta: adattamento di Paolo Liguori
Franco
Pastore