LA FESSA
Ah! Il triangolo del ventre scolpito
annuncia senza ritegno
armonie di linee di carne
accogliente con frenesia scoordinata
in gustosa morbidezza di marmo
e gaudenti intimità essudanti
fra gl’inguini d’inenarrate
intrusioni e accoglienze nuove
di aneliti portentosi
a percorrere sentieri alpestri
profumati di verbena e genzianella
in umori a cascate inesauste
per piaceri irrefrenabili.
Umida e tenera bipartizione
alle cosce tornite e dure
al tatto amabili di dolce morbidezza
che si modella alle dita
con arrembante tremore
assecondando condiscendente il ritmo
per introdurmi a perfido e deforme
vaso di Pandora, sposa dalla dote infelice,
dalla bocca ampia e vorace
nel risucchio di spinte dirompenti,
dai accesso a fessura che spia
abbaglianti estasi presto spente.
Triangolo di morte e resurrezione,
intrigo di misteri e splendori,
di abissi e altezze prive d’aria,
di orridi spaventosi e amene vedute,
roseti frastagliati e neri cespi,
di odori straziati dal piacere,
di tepori morbidi nei ritmi intensi
di sapori insospettati e squassati
da languenti mugolii rochi
introduci al congegno d’amore
per divenire ingegno di vita.
Ed ebbi a chiamarti fessa!
Ferdinando Dello Iacono