NEUROSCIENZA: LA NEUROPLASTICITà

 

La rivoluzione copernicana è  la  scoperta della plasticità del cervello, soggetto a continui cambiamenti indotti dalle esperienze, dalle sostanze, dai  rapporti con l'ambiente. Con  il tempo  il nostro cervello diventa la  fotografia della  vita che  abbiamo  condotto. La  sua specializzazione, quindi , non  è  fissata  una  volta per tutte dall'anatomia o dai geni, ma è il risultato di  quello che  è capitato. In  un pianista, per esempio, l'area cerebrale che controlla  il movimento delle  dita si allarga a scapito di altre funzioni attivate  più raramente. Il dogma  prevalente per decenni è stato quello della  fissità del  cervello adulto: oggi si sa invece che  la  neuroplasticità è permanente, e che anche un cervello "vecchio" può  subire modificazioni. Ma se un cervello può cambiare e quindi ammalarsi a causa di ciò che ha  subito, la strada non è a senso unico. Il cervello può anche essere cambiato in direzione della  guarigione, applicandovi pensiero e  volontà, in una sorta di "rieducazione emozionale". Infatti  anche  pensiero e l'attività  puramente  mentale possono cambiare il cervello. I segnali che  producono cambiamenti non  arrivano solo dal  mondo "fuori", ma anche  da  "dentro" dalla  nostra interiorità, dalla nostra mente. Possiamo quindi  diventare promotori  consapevoli e attivi  di questo processo,allenarci al  benessere,pensare pensieri che ci fanno stare meglio. Anche la terapia cognitivo-comportamentale può  mutare certi  modelli di  attività cerebrale, fino a  trattare la  depressione e  a  ridurre la  percentuale di ricadute. Probabilmente vi sono altre  forme  di  treining mentale, forse anche la  stessa  preghiera cristiana, che  possono  indirizzare consapevolmente la  plasticità  del  cervello. Una zona  del cervello geneticamente assegnata a  un compito può  mettersi a  fare  altro. Ci  vuole  per0' applicazione intenzionale, servono allenamento e volontà perchè questo accada. La scoperta di Alvaro Pasqualleone NON FINISCONO QUI, infatti ha rilevato che la struttura fisica del  cervello  può cambiare anche solo per ciò che  semplicemente  pensiamo, non  solo in conseguenza delle cose che facciamo o degli eventi che subiamo. Scoperta che può avere importanti implicazioni terapeutiche. Si tratta in sostanza di pensare le cose  adatte e nel modo adatto ad alterare le connessioni  cerebrali  su  cui si  fonda  il  disturbo. La neuroplasticità per  finire non è solo la  capacità del cervello di creare  nuove sinapsi, cioè nuove connessioni tra i neuroni, ma  va ben  oltre. è  la stessa  funzione delle aree cerebrali a mutare.

01-10-07


 DR.   ANTONINO  AURILIO
MEDICO  SPECIALISTA  IN IGIENE  E MEDICINA  PREVENTIVA
LEGITTIMATO  IN  PSICOTERAPIA- MEDICINA  PSICOSOMATICA
MASTER  IN  BIOETICA ATENEO PONTIFICIO REGINA  APOSTOPORUM ROMA