PREMESSA

 

       In un momento storico‚ caratterizzato da mutamenti e trasformazioni così radicali in tutti i campi‚ si corre il rischio di perdere‚ con l’ individualità‚ il senso ed il valore della persona umana.  

       L’uomo non può essere inghiottito dalla dalla sua stessa storia‚ né può essere percentualizzato‚ perché il suo valore creativo è incommensurabile.

      Ogni uomo non ripete se stesso ed è questa preziosità che lo spinge nel diverticolo della memoria‚ alla ricerca della sua parte migliore: il sentimento‚ quella sofferenza artistica e lirica‚ che lo rende signore unico tra tutti gli esseri viventi.

      Proprio ora? Potrebbe sostenere qualche lettore più attento ai fenomeni sociali‚ che angustiano gli inizi di questo nuovo millennio. Ebbene‚ è ora che i mali del secolo richiedono la medicina dell’amore‚ ripescando dalla nostra stessa storia quei valori smarriti‚ senza i quali brancoliamo nel buio più totale‚ ubriachi d’immagini e di falso benessere. Costruiamo cattedrali sul cimitero di quello che eravamo‚ sosti-tuendo alla filosofia della vita‚ quella del’ “ismo”.

     Il globalismo ha distrutto il valore culturale e storico dell’individuo; il terrorismo gli ha tolto la pace e la fiducia nel domani; il consumismo gli ha confuso il concetto di benessere‚ gli ha ucciso la tradizione; il casualismo ha minato l’eleganza naturale del suo essere‚ legandola alla casualità dello spettacolo e dell’appariscente.

    Il ritorno al mondo classico‚ potrebbe significare ritrovare noi stessi ed il nostro valore creativo‚ sentimentale‚ la nostra sensibilità di essere umani‚ quelli che‚ millenni fa‚ parlavano con Dio.

 

                                                               

   Franco Pastore
 

 

 

 

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