DONNE NATE DA UN SOGNO

 

di

FRANCO PASTORE

 

[Premessa]

       Da millenni, la donna viene celebrata, nelle opere di prosa, poesia e teatro, da autori di  tutto il mondo. Come dimenticare la tenera Ifigenia e l’infelice Medea? E la bella Psiche? Dalla rupe di Lèucade s’ode ancora il canto di Saffo, mentre la voce di Eco si perde sulle alte vette della Focide. La rubrica  predilige otto figure di donna che, a nostro avviso, sono rimaste nella mente e nel cuore di tutti

-         Elena, regina di Sparta, amante di Paride e premio d’amore.

-         Medea, l’infelice sposa di Giasone.

-         Isotta, regina di Cornovaglia.

-         Ginevra, la regina delle regine, donna del fulgido eroe di Camelot, Artù del Dragone e dei Cavalieri della Tavola Rotonda.

-         Giulietta, il fiore dei Capuleti, tenera ed infelice sposa di Romeo. Colei che cercò nella morte il suggello dell’amore.

-         La Lupa, forte della sua passione, determinata a vivere, fino in fondo, la pienezza dei suoi sentimenti. La femmina per eccellenza, libera da ogni schema e da ogni morale. Moderna e disinibita, che accetta, per amore, anche la morte.

-         Nedda, una figura a tratti delicata e gentile, a tratti ruvida e tenace; vittima di una società bigotta ed ingiusta, ma mai vinta.

-         Peppa, una donna coraggiosa e moderna, che sceglie la sua vita senza curarsi del giudizio degli altri, contro ogni morale comune, una donna che ama l’amore, concependolo come valore da conquistare, da raggiungere col sacrificio.

          Le sette storie hanno in comune i tratti psicologici delle protagoniste e l’epilogo, una catarsi che coinvolge le nostre eroine, con la stessa forza con cui hanno fatto le loro scelte, evidenziandone il coraggio e la determinatezza, oggi virtù rare, anche tra gli uomini.

          E’ palese la predilezione per l’opera del Verga, che ha saputo cogliere tutta la grandiosità di un popolo tenace e battagliero, che con la sua terra ha un legame particolare, quasi simbiotico, perché con lei geme d’inverno e ride a primavera, per respirare d’immenso, sotto il cielo stellato, nelle lunghe notti d’estate.

 

 

   Franco Pastore
 

 

 

 

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