Bio Raimondo Casaceli

 

 

Il mio sogno fin da piccolo era quello di laurearmi in ingegneria, ecco perché fra massimo due anni sarò dottore in scienze della comunicazione.
Capisco che detta così sembra non esserci molto senso ma la realtà è che noi ci modifichiamo negli anni, ci modifichiamo assieme all’ambiente che ci circonda, facciamo parte di un ecosistema che si evolve. Nella fattispecie mi accorgevo che più trascorreva il tempo più i miei interessi cambiavano. Il diploma che avevo preso, perito elettrotecnico, che doveva servire a inserirmi subito nel mondo del lavoro in attesa di conseguire la laurea si rivelò completamente inutile, l’elettrotecnica è addirittura scomparsa dal mondo. Nel frattempo acquisisco sempre nuovi interessi, mi appassiono di pc e il mio primo pc, se non vogliamo contare i Commodore 64, è un 486dx. Arriva internet e io sono uno dei primi anche in questo, impongo ai miei genitori di dotarsi di linea ISDN in modo da poter navigare tranquillamente senza occupare la linea telefonica. Questa passione si rivela anche fruttuosa, lavoro in qualche ufficio nei database aziendali e poi come webmaster.
Sembra tutto perfetto ma non è così, intanto non ho il tempo di frequentare l’università e di studiare, poi un investimento sbagliato mi fa perdere tutti i soldi che avevo guadagnato (il mio orgoglio avrebbe impedito di confessare ai miei genitori che ero rimasto al verde) per cui non potetti nemmeno più pagare le tasse universitarie, un bel giorno mi arrivò dalla Federico II una bella lettera che spiegava che la mia iscrizione era decaduta.
La mia attività di webmaster mi ha portato a frequentare alcune testate giornalistiche che hanno fatto sviluppare in me la passione del giornalismo e il mio sogno, avendo la passione per il teatro, era quello di scrivere recensioni teatrali. Un altro sogno destinato a non realizzarsi, almeno per ora.
Grazie a una testata giornalistica sarei riuscito ad ottenere tutti gli accrediti che volevo ma purtroppo l’alzheimer di mia madre (sono figlio unico di madre vedova) fa sì che non posso allontanarmi di sera, con l’oscurità mia madre avverte in maniera particolare la mia mancanza, e la presenza della badante che di giorno è sufficiente di sera non lo è più.
Anche il lavoro subisce dei ridimensionamenti, tra l’altro avevo anche iniziato a lavorare in qualche tv locale come montatore e come addetto alla messa in onda, ma le televisioni richiedono una disponibilità 24 ore su 24, e questa non posso più darla, devo accontentarmi di lavori che posso svolgere da casa. Quando lo sconforto e l’apatia stavano per avere il sopravvento mi viene l’idea di realizzare un progetto i cui dettagli ve li risparmio, dico solo che per conseguirlo è necessaria una laurea. Una qualsiasi. Ma una facoltà non si può scegliere a cuor leggero, mi studio così i piani di studio di tutte le facoltà e opto per scienze della comunicazione, perché in essa trovo materie, corsi che mi attraggono, che suscitano il mio interesse.
Ecco quindi una nuova sfida da affrontare, sarò in grado di studiare, di fare esami alla mia veneranda età?
In tutti questi anni avevo fatto dei corsi per conseguire delle certificazioni (quella di webmaster, una Microsoft) ma studiare all’università è un’altra cosa: ci sarei riuscito?
Il mio cervello avrebbe funzionato ancora? E i docenti che si sarebbero trovati ad esaminare uno che in alcuni casi è più anziano di loro come l’avrebbero presa, che avrebbero pensato di me?
19Comunque sia sembra che la sfida la stia vincendo, ad oggi ho fatto ben 10 esami e 2 laboratori, ma non è mai detto, l’alzheimer e il rincoglionimento senile sono sempre dietro l’angolo.

 

 

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