EPILOGO

[Monologo del secondo atto della commedia in due tempi “Un giorno come un altro” ]

 

 

 

 

(a sipario chiuso,  “la comare”  parla al pubblico...)

 

 - Signore e Signori... rispettabile pubblico,
la nostra rappresentazione è terminata.
il sipario è calato sulla tragedia di una famiglia,
il cui atto finale è stato la follia.
Ed è proprio la follia

che distrugge la nostra società,

quando tace l’ amore delle madri,
quando la famiglia è disgregata,

divisa e distrutta dall'avvento di una nuova civiltà:
quella che macina sentimenti e tradizioni,

quella che uccide la vita e disprezza la vecchiaia,
quella che permette ai giovani di bruciare
sulla loro carne macerata.
E Noi?...
Noi corriamo, lavoriamo, sudiamo,

bisticciamo, ci separiamo, divorziamo,
abortiamo e bestemmiamo.
Noi sudiamo, progettiamo, impazziamo,
odiamo, non amiamo, non sorridiamo,

non comprendiamo, ce ne freghiamo,
non abbiamo pieta' di nessuno,
non perdoniamo,

non trasmettiamo nessun messaggio
e rasentiamo la follia.
Sul palcoscenico del mondo,

rappresentiamo la nostra commedia quotidiana,
senza ascoltare nessun regista,
senza pensare che, un giorno,
per ognuno,

calera' il sipario ...-

(incomincia ad applaudire, mentre si apre il sipario e tutti gli attori schierati applau-dono con lei.)

 

 

Franco Pastore

 

 

 

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