IL POLPO

 

 

Ci sono amici, ci sono, quindi campo ancora... e sogno d'essere a Napoli, giornata di primo sole, vivifica passeggiata sul lungomare.
"Al pesce vivo!" la scritta è lì e sempre invitante, schizzata su d'un asse di legno pencolante fuori il localino con tavolini e parasole, un gratificante recinto di sempreverdi... (c'ero già stato) i brontolii dallo stomaco m'avvertono di... ma osservo prima d'imbucarmi. Vedo arrivare uno di quei turisti che vogliono solo pesce fresco, sopratutto assaggiare polpi. Lo vedo prendere posto dove spaziare tra la vista del mare ed il resto dei commensali (mannaggia proprio quello mi ero sempre accaparrato!) si sistema per benino, alza gli occhi ad incrociare lo sguardo del cameriere. Questo (Peppiniello per la storia, sempre più magro e smilzolino) lo punta e soppesa in funzione del conto finale...
“Signore, consiglio la specialità della casa: polpo di scoglio, vivo!" (e ti pareva?)
Di polpi me ne intendevo? direi di si… pure lui, il turista, lo vidi annuire con un battito di ciglia, adagiarsi sulla poltroncina di vimini, seguire la schiena di Peppiniello dileguarsi all'interno del locale, tornare spingendo un carrello con su una vasca trasparente d'acqua, dentro un polpo che si agitava furiosamente, ben vivo! ( e la recita ha inizio).
"Signore vediamo bene?" su la manica destra, afferra e lo tira fuori dalla vasca, tentacoli guizzanti in ogni direzione, occhi che roteano furibondi "Ben vivo è o vere? e mò vedite" gli poggia la testa sul tagliere, afferra un martello di legno e giù a menarvi delle grandi mazzate… (azz il solito animo belluino, detesto la violenza, meno male pure lui) “Ma che fate? mai più...non se ne parla proprio più, via via dal mio tavolo, portatemi... ma si, portatemi un'insalata mista!”
Peppiniello non aspettava altro che questa (sempre rituale) sortita, ripone il polpo tramortito nella vaschetta, fa il suo rapido dietrofront, torna velocemente verso le cucine. Lungo il breve tragitto il tapino (ma il polpo no?) si solleva a fatica, i tentacoli sul bordo della vasca, incazzatisimo con Peppiniello “Mannaggia a te cumpà! ‘a vuò ferni’…eccheccaz tutt'e juorne 'a stessa storia!”.
Acquario generale del rinomato locale "Al pesce vivo!", lungomare, Napoli.
Il polpo è rientrato alla...base.
Tutti gli altri (dentici, sogliole, merluzzi, fate un po' voi..) in coro, si ripetono in un rituale
“Gennarì! e tu sta' sempre ccà? i figghie nuostre vanno e nun turnano cchiù! ma cumm'é 'sta storia?”
“E' o vère amici miei, è o vère... ma sapiste, ecch'é vita chesta? sempre co' nu male 'e capa!” Ecco, avete capito? da un po' di tempo mi sento proprio come quel polpo…bhe, si fa per dire no?

alessandro maria jetti

 

 

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