IL SALTO DI qualità

 

 

Il cadere delle gocce della pioggia cadenzato, scandiva i secondi che passavano.

Ero alla finestra, in quel cupo pomeriggio, col cuore in gola per l'angoscia. Già l'angoscia, mai termine fu più azzeccato per definire il mio stato d'animo in quella sala d'aspetto d'ospedale dove la mia compagna, al di là di quella spessa parete verde lottava insieme ai medici contro la morte. Mi sentivo moralmente responsabile di tutto ciò, per imperizia o meglio ancora per stupidaggine. La nostra relazione durava da oltre otto anni e sembrava aver preso quel sapore scipito, dove l'emozione si era assopita, ogni cosa si dava per scontata, ci mancava quel calore che riscaldava i nostri cuori.  Ero ancora innamorato e spesso pensavo una vita senza lei, senza la donna che amavo, l'unica donna che ho amato. Nella corsia si sentono grida di persone che soffrono, c'è chi prega, chi piange, chi si dispera e il mio volto che vedo attraverso un vetro della finestra sembra tranquillo, sembra come una maschera, ma è una maschera. Dentro me il ricordo, gli eventi scorrono veloci come una pellicola di un film già visto: anzi vissuto. Il mio sguardo alla porta d'ingresso di quella stanza dove ora è Anna, si fissa in attesa che un medico possa uscire per aggiornarmi. Nel frattempo ripenso a quando le dissi che volevo far un salto di qualità, avere una storia parallela alla nostra. Anna col sorriso sulle labbra, mi ascoltò attentamente  e rigirandosi mi augurò la buona notte. Provai una forte emozione nel poter dire alla propria donna di avere un'amante. Realmente questa presunta amante, non esisteva, quindi bisognava inventarsela. Le email al mio account, di Sonya, le mostravo con vanto, sentendomi un sultano. In realtà quelle email le preparavo dall'ufficio, me le spedivo durante il corso della giornata e Sonya, era finta come le email. Volevo che Anna avesse un pizzico di gelosia, mi facesse una scenata insomma un qualcosa che scuotesse il nostro rapporto. Una sera d'estate rientrando a casa, trovai le sue valige sul letto, mezze riempite dei suoi abiti e lei in bagno che raccattava delle creme da viso. Mi avvicinai e lei mi salutò come sempre, senza espressioni particolari. Le chiesi cosa stesse facendo e senza batter ciglio mi disse che andava via lasciando il suo posto a Sonya e lasciandomi con la donna che desideravo continuare il percorso della mia vita. La strinsi forte tra le braccia e fu in quel momento che compresi che il suo  amore non si era disciolto come neve ai primi raggi del sole. Il suo amore non era  egoistico, forse come quello che nutrivo per lei, ma  diverso, preferiva andarsene in punta di piedi, in sordina, per offrirmi la felicità che a mio dire, mi mancava. I giorni successivi scorsero relativamente sereni; qualcosa si era guastato nel nostro rapporto, ma si andava avanti. Sembrava ormai quel momento essere superato ed io ricominciai a notare quella stasi degli ultimi periodi. Oggi ho telefonato a casa come tutti i giorni, alla stessa ora e ho detto ad Anna di aver rincontrato Sonya, senza ulteriori particolari. Il cuore mi batteva, pensando che Anna si ingelosisse o avvertisse un minimo di fastidio, nulla. Come se non le avessi detto nulla. Rientravo a casa con la mia potente auto, nel solito traffico di tutti i giorni, di questa giornata piovosa come quelle precedenti. Improvvisamente  il cellulare emette le note polifoniche di un motivo dedicato ai numeri sconosciuti. Rispondo quasi seccato ed una voce amica m'informa che Anna è in ospedale per abuso di farmaci avendo tentato il suicidio. L'incredulità si trasforma in ansia, poi paura, poi angoscia. Piggio il piede a tavoletta e suono il clacson per farmi largo in mezzo a quel maledetto traffico. Ed ora eccomi ad aspettare. Solo, pregando e sperando. Solo con questo volto inespressivo, ma ricco di sentimenti dentro che nessuno mai potrà scorgere. Ho paura, mi do coraggio pensando che la paura è una sensazione umana. La porta non si apre ancora e se dovesse succedere che...  sarò responsabile? Comunque lo sono, e se dovesse farcela? E se  avesse tentato il suicidio per altri motivi?  Troppi se mi rimbalzano nella mente, ora qualunque sia il verdetto, quale salto mi resta?

 

Carlo Attrattivo

 

 

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