DA "LA MOGLIE DELL'OSTE"
NARRAZIONE
"...NEGLI ANNI CHE LA NOSTRA SALERNITANA CITA' SOTTO L'IMPERIO DEL GLORIOSO PONTEFICE MARTINO QUINTO SI REGGEVA, IN ESSA DEI GRANDISSIMI TRAFFICHI SE FACEANO, E MERCANZIE INFINITE DE CONTINUO ED OGNI NAZIONE VI CONCORREANO: PER LA CUI CAGIONE VENENDOCE AD ABITARE CON TUTTE LORO BRIGATE DE MOLTI ARTESANI FORESTIERI, TRA GLI ALTRI UN BON OMO D'AMALFI, CHIAMATO TROFONE, PER FARE ALBERGO VI SI CONDUSSE; E MENATA SECO LA MOGLIE DI ASSAI BELLEZZA FORNITA E PRESO ALBERGO A LA STRADA DEL NOSTRO SEGGIO DEL CAMPO, TOLSE ANCORA UN'ALTRA CASA AL TENIMENTO DE PORTA NOVA IN UNA ONESTISSIMA E CHIUSA CONTRADA, DA NON POSSERVI ALCUNO PASSARE SENZA COLORATISSIMA CAGIONE...
UN GIOVINE SI INNAMORA DELLA DONNA; TRAVESTESE IN DONNA VIDUA E CON SUE BRIGATE DI NOTTE ARRIVA NE L'ALBERGO DELL'OSTE, QUALE CON COLORATA CAGIONE PONE LA TRAVESTITA VIDUA A DORMIR CON LA MOGLIE; QUALE DOPO ALCUN CONTRASTO GODE CON LO AMANTE, E L'OSTE SENZA ACCORGERSENE E' A DOPPIO PAGATO...". (4)
NELLA COMPLICE INTIMITÀ' DELLA CASA, I DUE AMANTI FURONO ACCOMUNATI "DA PARI DISIO" E, GODENDO, CONSUMARONO TUTTA NOTTE.
"...COME L'ALBA FU', I COMPAGNI...CON L'OSTE A CASA SE NE ANDARONO E PORTARONO VIA LA DONNA GIÀ IN ASSETTO, PAGANDO L'OSTE PIÙ CHE 'I DOVERE E...SINGULARE E ASSAI NETTA FU LA BEFFA PER LO AMALFITANO OSTE...E FU UNA BURLA SI FACETA E BELLA, CH'IO MEDESMO, SCRIVENDOLA, DE RIDERE NON MI POSSO PER ALCUN MODO CONTENERE..." (DAL NOVELLINO XII NOVELLA)
PERSONAGGI:
TOFONE D'AMALFI (l'oste)
ADRIANA (la moglie)
CONCETTA (venditrice d'almanacchi)
FREDUCCIO (il garzone)
ANTONIO AUTUORI (nobile salernitano)
IL MENESTRELLO
I musici
FILIPPO
MARCO (amici di Antonio)
GIOVANNI
Musici
Tre dame
Due cameriere
Due servitori
Il dignitario
DAL SECONDO ATTO: EPILOGO
Menestrello:- (cantando) Canzone dell’ amore appassionato,
l’oste Trofone è bello e gabbato:
L’ostessa con il baldo giovanotto
fa un partita a carte quarant’otto.
E mentre la sposina si riposa,
sognando baci e languide carezze,
l’oste non pensa d’essere cornuto.
Ma voi che sapete tutta l’ istoria,
perdonate se potete la sua boria:
nei libri, troviamo scritto spesso
che la presunzione è sol dei fessi
[ Il menestrello va via e la scena si oscura: sono le tenebre della notte che precedono le prime luci dell’alba. Si fa mattino e Freduccio che dorme nell’osteria, apre le porte ed incomincia a sistemare i tavoli e le panche, iniziando a spazzare avanti l’entrata e ta i tavoli. Ha la testa infasciata per le botte della sera precedente]
Freduccio :- (toccandosi la testa) Ah! Come mi fa male! ?E’ muorte é
chil’ammuorte ‘e quanta mazzate m’ha date! Chillu figlie ‘e
ndròcchia Ah! ( continua a scopare)-
Oste :- (giungendo di buon passo dalla sua abitazione) Bravo Freduccio,
sei un bravo garzone!-
Freduccio: Ah! Mo’ so’ brave! Ch’è patrò stammatìne stàie allègre?-
Oste :- Ora avremo la giusta mercede ai nostri servigi! Non è giunto
Ancora nessuno?-
Freduccio:- No, n’è arrivate nisciùne!-
Oste :- (impaziente) Eppure dovrebbero essere già qui a riprendere la nobile
dama! Ma, neppure la mia dolce signora da segni di vita.-
Freduccio:- (allusivo) è si vede che si stanno facendo un’ altra dormitina
svelta svelta!-
Oste :- Quanto sei spiritoso! ( intanto si apre la finestra ed appare Adriana
tutta trasognata e di buon umore, che saluta il marito con un
entusiasmo insolito)-
Adriana :- Marito mio buon giorno! Freduccio Buon giorno! Osteria Buon gior-
no, sole buon giorno! (si stira tutta e sbadiglia)-
Oste :- La nobile vidua è già sveglia? Ha dormito bene? L’hai servita a
dovere?-
Adriana :- La nobildonna ha dormito...un poco...ma l’ho servita a dovere tutta
la notte, tanto che ancora poco fa mi ringraziava riconoscente. Sei
contento marito mio? Il tuo desiderio è stato il mio!-
Oste :- Son contento oltre ogni misura, il nostro buon nome accrescerà e
con esso il guadagno, moglie mia adorata!-
Freduccio:- Patrò è o vère ca site cuntènte?-
Oste :- Non hai forse compreso quanto ho detto a mia moglie? Perchè non
anche tu contento di questo affare?-
Freduccio:- Patrò,l’affare ‘aìte fatte vuie’e po’, ‘o sapìte cumme dicene a Napele?
Ca sùle ddùìe so’ sempre cuntènte...-
Oste :- E’ chi?-
Freduccio:- ‘O piécoro e ‘o curnùte!-
Oste :- Ma va a quel paese tu e la tua saggezza napoletana!-
[Arrivano intanto Giovanni, il dignitario ed i due servitori al seguito della falsa vedova. Si presentano all’ oste per pagarlo e rilevare la nobildonna]
Giovanni :- (rivolto all’ oste)Il cugino conte di Sinopoli,il gran dignitario della
corte del nostro Principe, che appena ieri avete conosciuto, scorterà
la nobildonna al castello di suo padre.
Oste :- (inchinandosi) Servitore vostro umilissimo, nonchè del principe e
Del conte! Spero che resterete soddisfatto, che ci onorerete in altre
circostanze, che...-
Dignitario :- Poche chiacchiere buon uomo! Ecco, questa è la vostra mercede
(porge una borsa di monete d’oro), altro non vi compete, grande è
l’onore e la fama che ne avete ricevuto-
Oste :- (facendo tintinnare il sacchetto) Le monete sono...-
Dignitario :- Sono d’oro, com’era nei patti! Ed ora che si faccia venire la mia
protetta, che è d’uopo mettersi in viaggio!-
Oste :- Ecco, madonna Francesca sta arrivando, illustrissimo!-
Dignitario :- Eccellenza, prego! Solamente eccellenza!-
Oste :- Scusate un povero ignorante...eccellenza! (vorrebbe baciare la mano)
Dignitario :- Non sbavate, non sbiascicate, non amo di queste leccature! -
Oste :- Ma, veramente...eccellenza...-
Dignitario :- State al vostro posto! I denari li avete avuti, contentatevi e
chetatevi!-
Oste :- (avvicinandosi a Francesca per recarle omaggio) Madonna, io vi...-
Dignitario :- (per evitare che riconosca Antonio e scopra l’ inganno) Cessa!... non
profferir parola e dai luogo! (l’oste si ritira umiliato) Venite madon-
na, porgetemi il braccio, ch’io vi conduca presso la vostra magio-
ne, tra le braccia commosse del vostro genitore, mio cugino! ( si
avviano: avanti il dignitario e la falsa vedova, dietro i due servitori
con baule, Giovanni ed Adriana fingono di inchinarsi e, sotto sot-
to sorridono. L’oste, seduto ad uno dei tavoli, conta le monete
d’oro, mentre Freduccio fa la parodia del dignitario).
Freduccio :- Cesso! Non dicere una parola! Datemi il braccio maronna, ch’ io vi
conduca tra le brache mosse di mio cugino! -
Giovanni :- Ma che dici Freduccio? Sei rimasto colpito da quel personaggio?-
Freduccio :- ‘Azzòoo ‘e cumme s’è piazzate! (ripete) Cesso! Non dicere una pa-
rola! Ma po’ cumm’ò sapéve ‘o nomme do’ patròne?-
( Adriana e Giovanni ridono, mentre l’oste continua a contare. Il
garzone si fa avanti e si rivolge al pubblico...)
Freduccio :- Signore e signori, con vostro godimento e nostra pace, la farsa è
terminata: l’amore è trionfato e l’oste(indicandolo) è gabbato. Son
tanti nella vita che pensano al danaro e perdono per esso i tesori
più belli, l’amore di una donna è tra quelli.
Ma voi che siete furbi lo sapete! La donna ha bisogno dell’amore e
Se le date affetto a dismisura, delle corna vi passa la paura.
E poi, le corna sono un concetto astratto, l’invenzione di una falsa
morale, che vuole la donna infida e perversa, ingannatrice e perfida
compagna, ma è l’uomo che cerca l’erba del suo vicino e spesso ha
poca cura del suo prato ed è lui che vuol essere ingannato.
Ora ai filosofi lascio l’ingrato compito di dissertar a lungo sulle “co-
se” (le corna) Io son Freduccio e non mi sparo pose, ma umilmente
mi rimetto a voi con i quali siamo stati in allegria e vi saluto con tut-
ta la compagnia.-
(fa un inchino ed incomincia ad applaudire, mentre tutti i personag-
gi ad uno ad uno, gli si affiancano e inchinano al pubblico).
Cala il sipario
Franco Pastore