L'UOMO DEL LAGO

 

Il cielo lentamente si sta vestendo di un tenero colore rosa. Chissà perché mi ricorda l’infuocato tramonto del Lago d’Averno. La differenza è nel freddo gelido che penetra nelle ossa, la tosse irrefrenabile, e la gola che, quando inghiotto, mi fa un gran male. Sì, fra poco, verso le otto andrò dal medico e metteremo un freno all’inconveniente della faringite che mi dà fastidio. Voi state bene nessuno è influenzato? Quest’anno non ho potuto vaccinarmi a causa delle diverse traversie cui sono stato costretto ad affrontare. Ma per questo venerdi 28 gennaio 2005 ritorniamo al lago d’Averno.

Ricordate quando il professore Mormorale mi ci portò in gita? Allora tagliai corto col racconto fermandomi alle sensazioni provate nel vedere un uomo giovane truccato da Caronte per incuriosire il turista, ma la poesia in calce riporta alla memoria il resto del giro dei laghi omesso.

Quando ritornai dalla visita all’entrata dell’Inferno e ascoltato la sua tristezza quando rilevò che se quel luogo si fosse trovato al nord, l’uomo avrebbe potuto vedere con più facilità quanta bellezza possiede l’Italia. Saliti in macchina, per camuffare la sua malinconia e la più acuta tristezza che lo aveva invaso, mi propose di cantare e cantava anche lui, mentre facevamo il giro dei laghi, dopo aver visto il lago di Patria e quello di Lucrino, compreso la Baia de’ cesari, mi parlò della villa che si specchiava nel mare che la separa dalla riva.

- Qui, Nerone, fece uccidere sua madre Agrippina… e lei appena capì le intenzioni di Tigellino disse: «Colpisci il ventre che partorì Nerone!»

- In un posto così  bello come si può pensare ad un assassinio? (la voce gli s’incrinò mentre lo sguardo si riempiva di malinconia).

Allora con tutta la mia ingenuità risposi; «Non vi manca niente, siete celeberrimo, fate un lavoro che vi piace, scrivete per aiutare i giovani studenti, che cercate di più?»

E tu credi che sia l’agiatezza a dare la felicità, sia la gloria e la riverenza del prossimo? Quanto sei in errore, mio giovane amico! Potrei cacciare la malinconia se vedessi il mondo avvolto in un alone di bene e d’amore, ma questo non lo vedo e allora?… Devi sapere che non vivo sotto una campana di vetro, io esco, passeggio e mi fermo a parlare con lo «scopino», come con l’artigiano o il professore, ma le cose le imparo più dallo «scopino» che dagli altri. Ricorda,se vuoi imparare e vivere la vera vita parla con tutti, cercando di metterti sempre al loro stesso livello culturale e sociale, non mostrare mai la tua sapienza altrimenti saresti solo un saccente e presuntuoso uomo, e un poeta deve essere umile, la sua umiltà lo rende discepolo di Dio che lo va a trovare, dettandogli attraverso ciò che chiamiamo ispirazione, la Sua volontà per avvertire l’uomo a che cosa va incontro. Ecco perché il poeta è Uomo superiore: annuncia avvenimenti che l’uomo comune vede solo quando avvengono. La testa mi fumava, avrei voluto tanto capire tutto, ma la timidezza non mi permise di fare altre domande e le risposte alle domande rimaste in gola le ebbi dopo che Lui ebbe letto la lirica che segue:

 

L’UOMO DEL LAGO

 

Più che il buio selvame

del Lago d’Averno

mi attrassero gli occhi dell’uomo

che si offriva per guida.

E bramai che in quel luogo

Egli ritrovasse la pace

per un miracolo

sprizzato dalle mie mani.

Ma il suo male

era come il mio

senza convalescenza.

 

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

 

indietro

 

tumblr visitor