PASQUALE CAPASSO

DIRETTORE DI CAMPOBASSO

 

 

       Arrivano a gruppetti, lì, in via Galluppi 54, col viso di circostanza e la stanchezza di una giornata di lavoro. Sono i docenti del  Circolo didattico, retto dal direttore Pasquale Capasso, che, sicuramente, avrebbe dato il meglio di sé, in una attività   dove non occorrevano sensibilità e capacità di discernimento.

È un giovedì pomeriggio,  l’insegnante Rossi Elvira arriva all’ultimo minuto. La riunione sta per cominciare, il dirigente Capasso non perdona. La povera donna cerca disperatamente di trovare un angolino per la sua “panda”, ma neppure un varco nel parcheggio stracolmo.    

         Un’idea, il piazzale davanti la scuola potrebbe essere la sua salvezza: sistema l’auto vicino alla siepe, tanto è piccolina e quasi non si nota. Ce l’ha fatta! Corre su per le scale, pregando Iddio che la riunione non sia iniziata. Entra nell’auditorio, scorge una sedia nella penultima fila, chiedendo scusa alle colleghe, passa e si siede. Pare che il capo non abbia fatto caso al suo breve ritardo. Un grosso respiro di sollievo che, tuttavia, le muore in gola:

-                     Il ritardo è sinonimo di scarso interesse per la vita della scuola!-

La frase ha l’effetto di una bomba, nel silenzio imbarazzante del salone.  La donna sorride squallidamente in segno di scusa, ma gli occhi di tutti sono su di lei. Che vergogna!.

           La riunione prosegue con la lettura del verbale precedente, di poi si passa al primo punto dell’ ordine del giorno: “Gite d’istruzione e programmazione dell’azione educativa”. Inizia lo show di Capasso e tutti sono attentissimi. La Califano ha gli occhi chiusi, dietro gli occhiali scuri; il professor Carbone, protetto dalla Smaldone, sbadiglia pesantemente, mentre il collega Tavassi si perde nella generosa scollatura della Nobile, la favolosa supplente della quinta B.

Intanto, il dirigente, sempre con lo stesso tono, continua a martellare:- Le gite d’istruzione vanno programmate, perché devono avere un loro riscontro nell’attività didattica e bla, bla,bla.-

Ad un tratto, entra Alfredo il bidello:

-                     Scusi, direttore!-  balbetta.

-                     Ho già detto mille volte che le riunioni non si interrompono, ha capito?-

-                     Si, ma…-

-                     Non ci sono ma che tengano, lei è… è…-  replicò  il capo  “incazzato”  e col

          viso paonazzo.

-                     Sono quello che sono, lo interruppe esasperato il bidello, ma i vigili giù hanno

          chiamato il  carro attrezzi per l’auto della signora Rossi!-

-                     Mi scusi direttore!-  sbiascica agitata l’insegnante  e  si precipita verso le scale

          e l’uscita. Ci  vuole il  bello  ed  il  buono  per evitare il carro attrezzi e cavar-

          sela con una multa di cinquanta euro.

-                     Firmi qui, signora e sposti subito la sua vettura –  intima  con  garbo  i l vigile.

La docente sta  per chiudere  la  transazione, quando un urlo la  blocca  all’istante:

-                     Noooo, Non  firmi! Non si  permetta! Non le consento! Darò  io  il  fatto loro  a

          questi signori!-

La povera donna non sa più che fare, ma pare che il suo capo sappia il fatto suo e  decide di non firmare il verbale, mentre il suo capo prosegue:

-                     Sono il dottor Pasquale Capasso, direttore didattico di Campobasso, cari signori, questo spazio è della scuola e costei è una insegnante nell’esercizio delle sue funzioni! Mi dispiace, ma avete commesso un madornale sbaglio! –

-                     A noi non importa chi lei sia,  la signora ha parcheggiato in divieto di sosta ed eleviamo regolare contravvenzione !- rispondono imperturbabili i tutori dell’ordine e rivolti all’insegnante:

-                     Cosa fa signora, firma?-

-         Non si permetta! Non firmi! Siamo nel diritto, perdiana!...- tuona ancora una volta il dirigente, riferendosi al concetto di democrazia ed appellandosi al dettato costituzionale.

-         Allora, stando così le cose, la multa sale a centoventinque euro - precisa laconicamente il vigile- cosa fa signora, firma o le mandiamo a casa il verbale?-

-         Direttore, cosa devo fare?- chiede imbarazzata la docente.

-         Firmi!  Cosa aspetta? Le multe vanno firmate, non lo sa? Voi intanto (rivolto ai tutori dell’ordine) mettete, mettete pure a verbale: il direttore Pasquale Capasso dissente, anzi contesta fortemente e si ricorrerà alla magistratura!-

Di lì a qualche minuto, i vigili si allontanano con uno strano sorrisetto sulle labbra e la povera insegnante ha firmato un verbale di 125 euro, invece che di cinquanta, per l’intervento “brillante” del suo illuminato direttore.

 

             Per una intera settimana, l’episodio fu commentato ampiamente da tutto il personale della scuola. Alfredo il bidello lo riferì ai collaboratori scolastici di altri circoli ed istituti e, in poco tempo, se ne parlò tutte le scuole di Campobasso. Poi, come succede per ogni cosa, tutto cadde nel dimenticatoio e la vita scolastica continuò col ritmo di sempre, tra attività, gite d’istruzione e  continue program-mazioni.

            Vi furono certo altri episodi, che scossero l’universo scolastico retto dal dottore Capasso, commentati e manipolati opportunamente per esaltare certe peculiarità dirigenziali, ma quello dell’ultimo incontro scuola-famiglia del secondo trimestre fu il più singolare.

            I docenti erano serenamente predisposti ad accogliere i genitori, nell’incontro più importante dell’anno scolastico, quello in cui già si delineava il successo o l’insuccesso di ciascun alunno. La bidella aveva preparato il caffè ed Alfredo,

nell’atrio indirizzava i genitori nelle aule dove era previsto l’incontro.

            Ad un certo punto, si sentì urlare, nei corridoi piuttosto frequentati,  una donna sui quarant’anni:

-         Addò sta, addò sta, chélla péreta e storia e giografia?- L’energumena profferiva ogni parola con gli occhi iniettati di sangue e, nel contempo, avendo artigliato energicamente il braccio del bidello, che aveva cercato incautamente  di fermarla,  lo spingeva avanti a sé, verso un gruppetto di maestre, che erano stare richiamate dalla concitata circostanza.

-         Signora, calmatevi!- cercava di dire il povero Alfredo, con la voce che conferiva alle sue parole più il tono di una preghiera,  che quello di un divieto.

-         Statte zitto strunzìlle!- continuò, imbestialita la donna, più simile ad un animale che ad un essere umano.

-         Addò sta, storie e giografie!- gridò verso le insegnanti intimidite dalle urla della “signora”.

-         Eccola, è qua!- mormorò flebilmente una di loro, indicando la collega più morta che viva.

L’energumena, allontanò il bidello con uno spintone, si fermò, la guardò, fissandola intensamente con gli occhi di fuoco, poi, a dendi stretti, sibilò:

-         Embè, ncòpp’all’òsse e pàtreme Aitàne, si te permiètte ‘nata vota e sfòttere a

          fìgliema, quante dice ‘a storia o ‘a giografia, te spezze ‘e cosce! M’ha sentute

           bbuòne, pièzze ‘e stronza e zombaperete?-

 In quel momento, entrò Capasso con il codazzo della Direzione: il segretario, il maestro vicario, il responsabile di laboratorio ed il fiduciario del plesso.

-         Cosa sta succedendo qui ?- tuonò il dirigente, avendo notato il tafferuglio. Rivolto, poi,  alla donna:

-         Chi è lei e cosa sta blaterando con una voce da pescivendola?-

-         Chi songh’ì ? – ripetè la donna riaccendendosi più di prima.

-         So’ ‘na mamma ncazzàta, va bbuò?-

-         Stia buona, altrimenti chiamo i carabinieri, ha capito? Io sono il responsabile della scuola e tutto ciò che accade mi riguarda!- replicò urlando Capasso.

-         Ah! Sei o responsabile? Tiè pigliati ddui pisce da ‘stà pisciaiòla !-

Nell’atrio il rumore degli schiaffi ebbero l’effetto di tre colpi di pistola, tra gli occhi sbigottiti del codazzo e la furia dell’ardita energumena, che , sculettando vistosamente, si diresse verso l’uscita. Con sollievo generale, la virago  scomparve, subito dopo, nello stretto vicolo adiacente al muro dell’edificio scolastico. L’incontro si concluse senza altri incidenti, d’altronde quello era lo spirito della scuola, un continuo confronto con le famiglie ed i loro problemi.

 

Franco Pastore

 

 

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