RIABILITAZIONE DEL CARDIOPATICO

 

La  riabilitazione delle malattie cardiovascolari ha conseguito in questi ultimi anni notevoli progressi, da  quando cioe' si e' andato gradualmente abbandonando il  criterio di  una completa e  prolungata immobilizzazione in   caso   di  infarto cardiaco o cerebrale o  di flebite o  di  arterite degli arti  inferiori. La  riabilitazione del  cardiopatico poggia  soprattutto sui dati clinicoanamnestici e  sulle prove funzionali specialmente da  sforzo , ai  fini  di decidere  sul  tipo  di lavoro cui  indirizzare  il  cardiopatico. Dal  bilancio clinico-funzionale riguardante la entita' ed  il  tipo  di cardiopatia si puo' giungere alla valutazione della  entita'  di lavoro che   il soggetto puo' agevolmente  espletare senza deterioramento dell'equilibrio emodinamico, e  senza usura. L'attivita' lavorativa alla  quale si puo' indirizzare il cardiopatico va esaminata dal punto di  vista del  costo energetico che essa comporta, di cui esistono in letteratura  numerosi dati. Circa  i problemi tecnico-organizzativi relativi al  recupero lavorativo del  cardiopatico, l'attuazione di un  concreto e  valido programma  deve  iniziare  fin dalla  individuazione  del cardiopatico e  dalla  valutazione  tempestiva delle  condizioni di  efficienza  cardiocircolatoria, in  modo da  rendere possibile la  prosecuzione  della  sua attivita' abituale o l'avvio ad  altre meno  impegnative.
Per  finire  il  programma di riabilitazione  richiede adeguate ed  efficiente organizzazione medico  sociale a  vari  livelli. Oltre alla collaborazione  del  medico curante e'  indispensabile la  collaborazione  del  medico  di  fabbrica (frequenti  controlli di  efficienza, suggerimenti su  modifiche  di posto o  di  modalita' di lavoro; sull'impiego  di  tempo  libero; aiuto nelle  reazioni psicologiche all'adattamento al  lavoro; valutazione  del  rendimento ,ecc...).
 

23-09-08


Cav.Dr. ANTONINO  AURILIO
MEDICO SPECIALISTA IN  IGIENE  E MEDICINA PREVENTIVA