(VENERE DI LESBO)
“ Vieni ancora da me, Afrodite,
liberami da quest’angoscia.
E ciò che il cuore
non è più capace di compiere
còmpilo tu. “
Sono sparite la Luna e le Plèiadi.
Alta è la notte.
E io dormo. Sola. ”
"Divina, dolce, ridente Saffo " la definì il poeta Alceo, a lei contemporaneo e nativo di Mitilene, proprio nell'isola di Lesbo, dove Saffo visse fino a tarda età. Della sua vita si sa di un esilio e di una figlia amatissima, Cleide. Il resto appartiene alle leggenda: il suo amore per il barcaiolo Faone ed il suo suicidio per amore, saltando dalla rupe di Leucade. A Mitilene, Saffo diresse una comunità femminile, dagli studiosi chiamata “ tiaso ”, dedicata al culto della dea Afrodite, dove le fanciulle cantavano, danzavano, tessevano, amavano, in uno stato di armonia e di rara grazia. Nel III secolo a.C. le sue liriche furono ordinate e raccolte dai grammatici alessandrini.
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(mea carmina)
Solo nel ricordo
rivivono
le Pleiadi,(1)
culla la notte
questa solitudine.
Non si può vivere
di polvere di stelle:
non grandi amori
ma parvule fiammelle,
lievi bagliori
della città di Dite; (2)
anelo al nulla,
dolce mia Afrodite! (3)
L’ultimo canto
prima che sorga
l’alba,
il cigno muore
ucciso dal dolore:
è Saffo (4)
che si spegne,
senza amore.
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1) LE PLEIADI ammasso stellare nella costellazione del Toro
2) La città di Dite: città dell’inferno dantesco, subito dopo lo Stige
3) Afrodite, la Venere per i romani, la dea dell’amore
4) Saffo, la più grande poetessa del mondo antico, vissuta nel VI sec. a.C. L’IMMAGINE:
“Saffo itratto presunto “ del Museo Archeologico Nazionale di Napoli
[ Da “Siderea Historiae” di F.Pastore]
Franco
Pastore